Scheda

Numero d'ordine: 159

Data: 31 10 1551

Intestazione: BERNARDETTO MINERBETTI IN FIRENZE A GIORGIO VASARI IN ROMA

Segnatura: ASA, AV, 10 (XLIV), cc. 142-167.

Fonte: Messer Giorgio Mio Magnifico e Dolcissimo.
Io ho tanto martello de’ fatti vostri, che tosto che io vedo la vostra mano, lascio qualsivoglia cosa per aprirla, leggierla e rileggierla e finalmente rider con voi, come se voi fossi presente. La mia scritta d’Arezzo, o per dir meglio mandatavi in Arezo, non conteneva altro che un poco di cicaleccio licenzioso; e se e’ mia l’aranno data a messer Pietro vostro, son certo, che tardi o per tempo la si condurrà costà. Aspetto con molto desiderio la Pazienza, formata dalle vostre benedette mani e ghiribizata insieme da quel grandissimo Vecchio che tutto ’l mondo e ammira e meritamente onora, per metterla in un ovato, che viene in un fregio a’ piè d’un mezo tondo overo uno arco d’una volta in botte in una camera mia qui in su la sala; nel quale arco vien una Minerva con quelle bazicature che mi diceste, e all incontro sopra la finestra un Mercurio, che se ne vola al cielo, lasciando in su la base le sue cutrettole: ucello instabile e leggiero come esso. E perché la volta è stata maladetta da Dio e dal diavolo fino dal principio, per essere morto el primo che la cominciò, e’l secondo fugito, e il terzo non l’aver saputa finir, e ‘l quarto, che è vostro creato, un giovane della costa a San Giorgio, non so io che si farà. Non vene voglio ragionar perché meriterebbe d’esser scancellata.
Senza che voi mene pregassi, ero per mostrar quella Vostra lettera al Duca, mio Signor, e per rispondervi quello mi dissi; e così farò.
Io non ho possute mandar l’anitre Indiane alla vostra moglie, perché non l’ho aute: le arò presto e le invierò a Pietro. State sano, raccomandatemi a messer Michelagnolo: che io vi prometto, che s’el nostro Signor Don Luigi andassi a Napoli, come mi ha promesso, che io andrò seco; e con lui rivedrò quel omo che io stimo più che tutti gl'altri che sieno al mondo insieme, parlando delle sue professioni.
Di Firenze a 31 di ottobre 1551.
El Vostro Vescovo d’Arezo.
Al Magnifico Messer Giorgio Vasari, Amico carissimo. Roma.

Bibliografia: Frey 1923, pp. 310-311.