Numero d'ordine: 233
Data: 1 01 1556
Intestazione: COSIMO BARTOLI (?) IN FIRENZE A GIORGIO VASARI IN FIRENZE
Segnatura: ASA, AV, 13 (XLVII), cc. 22-23.
Fonte: Poiché voi volete fare il presente del soldano nel mezo della volta, io vi farei Lorenzo che avessi atorno varii imbasciadori de’ potentati di Italia, che si governavono a suo senno, della quale egli indubitatamente fu arbitro. Farevi uno con una toga rossa che gli presentasse il capello del cardinale, suo figliuolo, un altro che gli presentassi cavagli per il regno di Napoli, uno altro, a guisa di soldato, che gli presentassi armi per il ducato di Milano; e perché s’intendessi, vi farei una celata con i serpi e putti di casa Sforzesca. Farevi poi per i Baglioni e per i Vitelli e per i Bentivogli, Petrucci sanesi, per i Manfredi, che la maggior parte gli fussino atorno con bandiere o insegne loro, mentre che Lorenzo a sedere ricevessi i doni del soldano ché, credo, fareste a questo modo bella e ricca istoria e dimosterresti la grandezza sua, e se avessi luogo da farvi dentro una Magnanimità e una Prudentia, ve la farei.
Una donna con un lione per la Magnanimità.
Nella istoria delle lettere greche e latine avete a far forza di avere i ritratti del Pico della Mirandola, del Poliziano, di Marsilio Ficino, di Cristoforo Landino, di messer Giovan Lascari, di messer Demetrio Calcondile e del Marullo, i quali gli sieno atorno con varii libri, astrolabii, apamondi, armille e altri instrumenti simili, come saprete far voi; e nelli duoi fianchi metterei la Vertù e la Fama.
Una donna con fiori in mano e ghirlanda in testa e fiori per la vesta. La Fama la sapete, fatta da voi mille volte.
La andata a Napoli lo farei arrivare inanzi al re e da lui esser ricevuto e acarezato grandemente; e ne’ duoi fianchi metterei la Pietà e la Fede, perché vi andò per pietà della sua patria e ebbe tanta fede in nella bontà di quel re, che gli riuscì quel che egli volle. Pietà vestita di drappo bianco, coperta in capo d’una parte di essa veste. Fede: una donna coronata di stelle, vestita di bianco.
Farei poi lo assedio di Serezana e farei che Lorenzo a cavallo comandassi al suo exercito certe cose, e in questo mentre uscissino di Serezana putti, donne e uomini con rami di ulivo e reverenti si rimettessino nelle braccia di Lorenzo, e da duoi fianchi fare’ un giovane di meza età, che guardassi in uno specchio et avessi una lucerna all’antica accesa, per il Buon Giudicio che ebbe Lorenzo; e dall’altra farei una Clemenzia, usata in verso i Serezanesi. Clemenzia: un giovane armato all’antica vestito delle armi difensive, che avesse gittate le offensive.
Lorenzo poi in la dieta di Cremona lo farei quasi in supremo grado sopra tutti gli altri, perché il consiglio suo fu di tutti gli altri approvato; e lo farei per mostrare, che in questo egli valse assai e quanto alla pace e quanto alla guerra: che la mano manca posassi sopra una spada e sopra una celata e la destra posassi sopra uno corno di Dovizia, intendendo, che egli consigliò ben quella guerra per acquistarne la pace. Ne’ duoi fianchi farei la Audacia e il Buono Evento. Audacia: ercole che sbarra il leone. Buono Evento: un povero in una mano la taza, in l’altra spighe di grano.
Bibliografia: Frey 1923, pp. 437-438 (primavera, ante 23 aprile).