Numero d'ordine: 73
Data: 16 07 1545
Intestazione: IPPOLITO OLIVETANO IN SAN VITTORE A GIORGIO VASARI IN NAPOLI
Segnatura: ASA, AV, 9 (XLIII), cc. 13-14.
Fonte: Onorando messer Giorgio mio quanto fratello.
Mi par sia una età che non ho vostre lettere; però mi dubito non si verifichi in voi quello vulgar proverbio: “Lungi da occhio e lungi da cuore”. Però mi pare invitarvi con queste mia a darmi qualche avviso e di voi e delle opere vostre; né mi piace vi assorbiate tanto nel favor di Sua Eccellenzia, che vi abbiate a scordar li amici vostri. Ho un poco d’avviso dal reverendo padre Don Placido che per tutto il mese passato dovevate aver posto in opera tutte le tavole del refettorio, qual mi dice essere riuscite molto belle. Il che molto mi piace e sto con desiderio grande di veder e voi e l’opere vostre.
Ma la novità scandalosa e vituperosissima, occorsa a quelli padri nostri, per la quale intendo aver perso la solita grazia di Sua Eccellenzia e incorso in grossa indignazione, mi ha talmente prosternato l’animo, che più non penso di venir in quella città, poiché in un punto s’è perso quello che in tanti anni con tante fatiche s’era aqquistato. Dio perdoni a chi è stato causa di tanto error e di sì grossa perdita; la quale tanto mi preme e mi dispiace più che niuna altra cosa abbi sentito e sia occorsa, da poiché ho quest’abito. E da poi ch’io ho avuto tal nuova, sempre sono stato fuora di me stesso e resto molto ammirato che tanti signori amici di quel luogo abbino permesso li sia stato fatto si gran carico; o almeno, poiché è occorso, non si sieno interposti in quietar la mente di Sua Eccellenzia e riconciliarlo con quelli padri. Mi rendo ben certo, che voi non abbiate mancato di far l’uffizio del buono amico, avendo la servitù con Sua Eccellenzia, che avete. Però desidero sentir il successo e che fine ha preso tal disordine. Io scriverria a Sua Eccellenzia, ma non sapendo il progresso, non so che scriver però resto.
Vi prego bene, quanto più posso, che non essendo accommodate le cose con Sua Eccellenzia, vogliate essere contento di supplicarla per parte mia, voglia aver per raccommandato l’onor di quel luogo, qual soleva esser lo spechio e riputazion di quella città, onorato da tanti re e magistrati, da tanti altri signori; supplicando Sua Eccellenzia non voglia mirare alla incivilità di qualche particulare, li quali inconsideratamente non hanno conrisposto a qualche onesto suo desiderio, ma alla servitù di molti altri e maxime del suo fratre Ippolito, tanto amato e ben visto da Sua Eccellenzia:
però, messer Giorgio mio, non mancate di ogni buono uffizio con Sua Eccellenzia per quietar la mente sua e riconciliarla con detti padri. Altramente, non succedendo detta reconciliazione, io mi risolvo mai più di veder la faccia di Sua Eccellenzia; alla quale bacerete la mano con la debita raccommandazione per parte mia. E per ora non accadendomi altro, faccio fine con raccommandazione alla buona grazia vostra.
Vi prego etiam a baciar la mano al signor Don Petro, fratello di Sua Eccellenzia, e pur assai raccommandatemi a Sua Signoria e al signor Orsanca.
Di San Victor il dì XVI di luglio nel 1545.
Tuto vostro D. Ippolito subscripsi. .
Al’eccellente e raro pittor’ Messer Giorgio Vasario Aretino quanto fratello. In Napoli.
Bibliografia: Frey 1923, pp. 155-156.