Scheda

Numero d'ordine: 868

Data: 12 01 1571

Intestazione: VINCENZO BORGHINI IN FIRENZE A GIORGIO VASARI IN ROMA

Segnatura: ASA, AV, 14 (XLVIII), cc. 62-68.

Fonte: Magnifico Messer Giorgio.
Io ho la vostra ultima e dove vi maravigliate che io non vi scrissi sabato fa XV dì; fu per le molte occupazioni accompagnate da un po’ di negligenzia e non da male alcuno, se bene in que’ dì n’ebbi una stretta; arete poi avuto una mia cor una inclusa delle stime de’ Passelli, delle quali veggo per la vostra che già ne avete notizia e circa questo non accade dire altro.
Ho inteso appresso con grande piacere la ritrovata del corpo di San Donato, che mi pare gran cosa, e mi piace il disegno e concetto vostro e Dio ci aiuterà che si possa effettuare. Vi avevo a dire, un pezzo fa, che il Principe, quando ebbe la lastra dì Sandro, ne ebbe gran piacere e poi grande e se l’ha messa nella camerina, dove voi facesti Salamone che dorme e dove ha gli altri quadretti che sapete, talché io mi pensai che e’ vorrebbe quanto prima anche gli altri; dipoi maestro Giovanni gli ha portato il suo, che gli è stato anche caro e ne piglia un gran piacere, talché quel che io pensava è riuscito, che e’ mandò a dirmi per messer Tanai che vorrebbe il vostro, di Jacopo et di Batista. Io dissi che pensavo vi mancassi non so che favoluzza, et così ho passato parecchi dì. Ma se e’ manda di nuovo, sono risoluto di darglene e credo che così sia meglio, perché il principe l’arà gratissimo e se ne piglerebbe dispiacere, quando ci vedessi difficultà e quando non mi pare punto aproposito, anzi che e’ sia bene tenerlo più ben disposto et amorevole che sia possibile; e poi quando non vi può nuocere a nulla, che, chi saprà fare, farà senza vedere, e chi non saprà, non farà anche col vedere le cose fatte da altri.
Se e’ non mi rinnuova altro, io starò di così, ma rinovando, giudico meglio far così come ho detto e che altrimenti faccendo fussi errore. E se la risposta vostra sarà a tempo, bene sta, se non voi intendete. Dissi bene a Tanai che e’ non era bene farne la mostra (massime con que’ dell’aute) di questi già fatti, e ne fu capace e lo disse al principe, e mi dice che è ragionevole e che il principe l’intende anche egli così, e però penso che non se ne farà però la mostra.
Credo bene (oltre a Bernardo) che qualche amico e qualche cortigiano lo vedranno; ma come ho detto, alla fine importa poco, et in ogni modo veggo che e’ non è possibile aspettare a dargli, finché e’ sieno finiti tutti, perché ci è chi ha ancora ha cominciare, et il principe non penso che sia per aspettar tanto e dubito che con questi tanto lunghi alla fine non s’abbia a dar nelle stoviglie.
Però sarà meglio farsi grado non sol della cosa fatta, ma anche della prestezza, che qui cito dat, bis dat. Batista sollecita e penso che di questa altra settimana arà finito ogni cosa e che oggi a 15 sarà stato con voi più di parecchi ore e si strugge di venire, et io lo sollecito e certo, messer Giorgio mio, oltre che io ho caro che mi possiate servire presto e bene Sua Santità e tornarvene presto, io ho anche gran vogla che voi non vi sdimentichiate la sala, che se bene loro Altezze mostrono gran desiderio serviate Sua Santità, pensate pur che questa sala sta in sul cuore al Gran Duca e, se voi altrimenti credessi, v’inganneresti, e ci manca una istoria, la quale non mi par mai quel di che io la vegga finita, che allora sarà contento il Gran Duca, et anche ho fede che voi abbiate avere alora quel che voi sperate et il podere etc.
Però non vi sdimenticate questa faccenda e per questo e per ogni altro buon rispetto, e se in questo tempo voi facessi qualche apparecchio e forse qualche pezzo del disegno, non sare’ forse male. Voi avete il disegno, le misure etc., potresti talvolta far qualche pezzetto buono e studiato e cavato dal buono per metterlo poi nel cartone grande al luogo suo, che, come si ha da dividere in pezzi, così anche si può far di pezzi, che avendolo bene come avete nell’idea e nel concetto, non vi sarà difficile a accomodarlo e disporlo in modo che e’ vi possa servire. Io non sono dell’arte e pur crederrei che si possa fare, non vo dir di saperlo fare; e così, se non altro, vedrebbe che e’ non si dorme per voi, ma si pensa anche al fatto e cose loro. E sopra questo vi dirò che io andava pensando che, dove da una parte voi fate la cavalleria che fugge, voi la facessi un poco combattere, cioè che qualcuno pur voltassi il viso e che questi di qua gli assaltassino e con le lancie basse gli investissino e quelli per la maggior parte fussino già volti in fuga; et quanto al corpo della battaglia vi ricordo quella strage dell’artigleria di farla et andarla disponendo et preparando in qualche modo un po’ straordinario, che avessi invenzione nuova e gagliarda et esprimessi bene quella furia et quella rovina così tempestosa e fiera.
Orsù io volevo esser breve e pur empio il foglio. E però fo fine qui. Raccomandatemi a Jacopo et voi state sano. E Dio vi contenti.
Di Firenze a 12 di gennaio 1570.
Don Vincenzo Borghini
vostro
Al Molto Magnifico messer Giorgio Vasari Pittore Excellentissimo in Roma. Roma.

Bibliografia: Frey 1930, pp. 560-562.