Numero d'ordine: 90
Data: 5 03 1547
Intestazione: PAOLO GIOVIO IN ROMA A GIORGIO VASARI IN FIRENZE
Segnatura: ASA, AV, 9 (XLIII), cc. 27, 30.
Fonte: Eccellente messer Giorgio, mio amantissimo.
Io vorrei in ogn’altra cosa che in questa, che me ricerca messer Simon Botti, satisfare a voi e a me in un tratto. Ma questa ha pure un strano punto sieco, nel quale si fa vendita della più preziosa cosa che l’uomo abbia, che è la bella libertà, non conosciuta se non da chi l’ha persa e stà schiavo. E chi prende mogliere, faccia pur conto, che la perduta libertà non si ricupera se non col mezo della santa morte. Io pensavo, che volessi lassare questo giogo al collo di vostro fratello per mantenere la casa. Ma poi che mi dice messer Simone, che ha guasti e’ granelli, non vi posso dire altro se non, che non vogliate così avere fretta e per nessun modo comprare gatte in sacco, né guardare a dote; perché l’avidità di questa rompe il collo a molti. Ma se la fanciulla è bella, e che vi avessi preso, e la madre fusse netta di gabbella dell’onor suo, in questo caso, in cambio de infortunio perpetuo, areste la felicità in casa.
Ma vedete: non fate mai più conto di andare alle frittate di Monte Oliveto o alli pani bianchi di Cesena o di vedere le perdonanze di Roma. E se cela menassi con voi, bisognerebbe metterci le brache di ferro e tignerle il volto di carbone, come faceva Donatello al suo fattore.
Oh voi potresti dire: “Io abitarò a botega e farò il debito del matrimonio per non prendere il mal francese e per non fare peccato”; e chi è riccio come voi, suole esser cavallino. Ma vi riccordo, che Andreino del Sarto era riccio, e la moglie era bene tarciata e voleva più presto dua mariti che uno. Adonque, messer Giorgio mio, fate dire la messa del Spirito Santo, segnatevi col comito destro e seguite il fatale destino.
Raccomandatemi al signor arcivescovo di Pisa e supplicatelo, che faccia, che ‘l fiammengo pittore finisca la promessa tela; e voi aiutatelo di quattro pennelate di brocato d’oro. E vi bacio la mano.
Da Roma il dì V di marzo MDXLVII.
Servitore el Vescovo Jovio.
Allo Eccellentissimo Pittore Messer Giorgi d’Arezzo, mio onorandissimo.
Bibliografia: Frey 1923, pp. 193-194; Giovio, Lettere, 1956-1958, II, p. 73.