Memofonte

Pisa

La città di Pisa costituì una delle principali tappe toscane del Grand Tour settecentesco e vide un notevole afflusso di visitatori, alcuni dei quali prestigiosi, anche per buona parte del secolo successivo. A partire dalla metà del Settecento compaiono le prime pubblicazioni a carattere di guida che propongono veri e propri itinerari per muoversi tra le “rarità” pisane. Sul finire del secolo queste maneggevoli opere trovarono un arricchimento nei contenuti grazie ad una temperie culturale che a livello toscano vide un decisivo salto di qualità nell’ambito dell’approfondimento sui temi e sui metodi della storia dell’arte. In particolare Pisa beneficiò dell’apporto dell’antiquario e studioso Alessandro da Morrona, anch’egli autore di guide, che contribuì in maniera determinante alla rivalutazione dei manufatti artistici medievali, elementi caratterizzanti del passato della città.

In consultazione

Pandolfo Titi 1696-1765

Pandolfo Titi (o Tidi, come lo troviamo citato talvolta) può essere considerato il primo autore di una guida per Pisa nel senso settecentesco del termine. Nato a Borgo Sansepolcro, si legò alla città in virtù della sua appartenenza all’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, di cui vestì l’abito a partire dal 1726. L’itinerario della sua Guida per il passeggiere dilettante è ampio e dettagliato, e sebbene frutto di un contesto culturale ancora legato alla tradizionale e acritica interpretazione dei “classici” della letteratura artistica Vasari e Baldinucci, rappresenta una valido esempio per tutta la letteratura di genere successiva, che lo interpellerà sovente. Di particolare interesse l’attenzione rivolta dal Titi alle opere del primo Settecento, alle quali guardava con lo sguardo attento del pittore dilettante che cerca nei contemporanei i più adeguati riferimenti.

Gioacchino Cambiagi 1747-1822

I pochi elementi della vita di Giocchino Cambiagi che conosciamo sono deducibili da informazioni che dà di sé all’interno della propria guida di Pisa. Sono tutti da dimostrare i rapporti di parentela con l’editore Gaetano Cambiagi (di cui fu probabilmente fratello) anch’egli autore di una guida su Firenze. Come Titi si dichiara forestiero a Pisa, dove probabilmente compì gli studi, visto che dedica uno spazio considerevole all’enumerazione dei professori dell’Università. I destinatari della sua guida sono i fruitori dei vicini Bagni di San Giuliano, le proprietà delle cui acque sono diffusamente descritte in un’apposita appendice finale.

sezione a cura di: Andrea Salani