A partire dal Seicento, nella storia del collezionismo toscano, emerge il ruolo della famiglia Riccardi, che nel corso di circa due secoli riuscì a raccogliere un patrimonio considerevole di dipinti, disegni, monete, gemme, oggetti d’antiquaria, manoscritti e testi a stampa.
L’iniziatore delle raccolte di oggetti d’arte e libri fu Riccardo Romolo Riccardi, che vincolò i beni al palazzo di famiglia rendendo gli eredi usufruttuari della collezione da questi incrementata e arricchita.
I Riccardi occuparono un posto di primo piano sia nelle attività finanziarie, sia nelle iniziative culturali, e grazie alla fortuna crescente, accumulata con i beni fondiari legati alle residenze di campagna, nel 1659 acquistarono dai Medici il palazzo di via Larga. La dimora fu oggetto d’ingenti lavori di ampliamento tra il 1659 e il 1674, per poi divenire la residenza cittadina di famiglia; venne accresciuta e ristrutturata con l’acquisto di nuovi quartieri in via de’ Ginori, di seguito furono sistemate la biblioteca e la galleria, ai cui affreschi si dedicò, dal 1682, Luca Giordano. I lavori furono terminati nel 1719, quando si allestì il lapidarium con marmi e anticaglie, nel primo cortile del palazzo di via Larga.
Le collezioni di famiglia sono andate disperse a seguito della crisi finanziaria che i Riccardi fronteggiarono già dal XVIII secolo e che li indusse al fallimento, cui seguì la messa all’incanto della collezione di oggetti d’arte nel 1811. Solo il patrimonio librario e i marmi antichi si salvarono dalla dispersione, grazie all’intervento dell’autorità pubblica che acquistò la biblioteca e il palazzo nel 1814, in seguito i marmi passarono alla Galleria degli Uffizi. A testimonianza dello splendore e del prestigio della famiglia Riccardi, restano solo le descrizioni di Bocchi–Cinelli in Le Bellezze della Città di Firenze 1677, Montesquieu 1728, Charles de Brosses 1739 e dall’abate Cochin 1749, che ebbero modo di visitare la loro residenza di via Larga prima della dispersione dell’intera collezione. Oltre alle memorie sopra dette, l’unico strumento per conoscere la consistenza del patrimonio accumulato dai Riccardi, sono gli inventari e i documenti d’archivio che consentono una ricostruzione virtuale della collezione di oggetti d’arte e restituiscono utili e preziosi contributi alla storia della Biblioteca Riccardiana.
Oggetto d’interesse precipuo della Fondazione Memofonte sono i documenti inerenti ai beni delle residenze dei Riccardi in area fiorentina, i palazzi di Gualfonda e via Maggio e il palazzo Medici Riccardi di via Larga.
Sezione realizzata con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze